Archivio mensile:Agosto 2008

Già, sono fatti di cento :-)

GioSebDa un post (da leggere!) di Ilaria sul suo – e di Flavia – bellissimo blog Per favore non mangiate le margherite, vengo a conoscenza di un tale italianissimo Loris Malaguzzi, preso a modello anche da asili olandesi. E soprattutto di una poesia di Malaguzzi, che riassume il suo pensiero, cioè che i bambini sono “fatti di cento”.

Sarà per quello che avere il privilegio di continuare a crescere insieme ad un bimbo o a una bimba ci fa ancora illudere in un mondo migliore. C’è poi malinconia però, anche nelle dolci parole di Malaguzzi stesso, perché sappiamo benissimo che la nostra organizzazione sociale, la nostra cultura, metterà inesorabilmente fine a ogni speranza (uni)formando le nostre multiformi e straordinarie attitudini.

Ricordo ancora la mia tristezza, quando dopo dieci giorni dalla nascita di GioSeb andammo in Comune a “registrarlo”. Ero certo che in quel momento avrei messo la firma – l’autorizzazione quindi – all’inizio dell’omologazione. Qualcuno o qualcosa da quel momento sarebbe stato autorizzato a modificarne il pensiero, le capacità, le espressioni di sé ecc. per fare in modo che un po’ tutti alla fine pensino e vivano, praticamente, nello stesso modo.

Per indagare sui motivi, e sugli effetti, di questa “condanna” a cui l’umanità pare essere destinata consiglio assolutamente il libro La caduta nel tempo di E.M. Cioran.

Dal sogno di stamattina

Scrivo un romanzo di un certo successo. A una presentazione vengo preceduto dall’intervento di due persone: la prima non la ricordo, la seconda è Marco Cappato. Elogia il gioco del ritmo narrativo, che incede come una continua costante accelerazione, fino ad arrivare al culmine per poi continuare oscillando lentamente. Poi chiude sottolineando la vena poetica “sentite cosa scrive” apre il libro verso le ultime venti pagine del libro e legge alla platea: “Te? La verità delle more.” E chiude così il suo intervento. Applausi a scena aperta. Mi alzo e indico i due presentatori che mi hanno preceduto, applaudendo a mia volta. Sono felice. Sto per iniziare la presentazione del libro. Mi sveglio.