Omaggio a Rieti e al suo Poeta

Pier Luigi Mariani e Giovanni Marconicchio, amici inseparabili. Foto cortesemente concessa dalla figlia Maria Aurelia Marconicchio

Negli anni ’70 Giovanni Marconicchio, realizza un disco su testi di Pier Luigi Mariani. Ho raccolto qui tutti i brani e le riproduzioni della copertina. Quest’opera è un pezzo di storia di Rieti che è importante conservare e tramandare ai posteri.

Copertina del disco di Marconicchio con testi di Mariani “Omaggio a Rieti e al suo Poeta”

Retro della copertina del disco di Marconicchio con testi di Mariani “Omaggio a Rieti e al suo Poeta”

I brani del disco sono in vernacolo reatino, alternati con brani in lingua italiana. Quelli in reatino sono cantati da Romualdo Pitotti, quelli in italiano sono interpretati da Laura.

Omaggio a Rieti e al suo Poeta

Campagnola (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Rimani (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

La fontanella dde li guai (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Canto d’aprile (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Ninetta ‘n bicicretta (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Serenata alla bella (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

La canzone dde la copèta (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Rosolaccio (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Invito al Terminillo (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Il mio campananile (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Le campane dde Santa Maria (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Se guardo i tuoi occhi (Pier Luigi Mariani, Giovanni Marconicchio)

 

Gino Marinacci, noto e apprezzato musicista jazz nato in provincia dell’Aquila ma cresciuto a Cittaducale, appena uscì il disco “Omaggio a Rieti e al suo poeta”, scrive di Giovanni Marconicchio e della sua opera:

«Aquilano di nascita ma vissuto a Rieti sin dall’infanzia, ha uno spiccato senso della melodia, nella quale affiora ora il suggestivo folklore nostrano, ora la linea aristocratica della romanza. Le canzoni comprese nel microsolco presentato dalla “Zeus” per le voci di Laura e di Romualdo Pitotti, rappresentano la più valida testimonianza di questo positivo apprezzamento. È un disco che merita di entrare in ogni casa, anche perché esso è dedicato alla nostra cara città ed al suo poeta Pier Luigi Mariani. Le dodici canzoni, scritte negli anni 40 e 50 su testi del Mariani, si avvalgono di un’orchestrazione moderna che senza nulla togliere alla bellezza della melodia, ne arricchisce la tessitura e le rende attuali, e quindi in grado di soddisfare i gusti dei giovani e dei meno giovani. Pertanto, è un disco valido non soltanto per i miei conterranei, ma anche per tutte le persone amanti della buona musica ed è anzi auspicabile che non resti come testimonianza isolata, ma abbia nel futuro una sua continuazione.»

Quello che segue invece è il testo che Marconicchio fece stampare sul retro del disco.

Questo microsolco, dedicato a Rieti, contiene canzoni in lingua ed in vernacolo reatino scritte dal poeta Pier Luigi Mariani per la musica di Giovanni Marconicchio, che fu suo assiduo collaboratore oltre che amico fraterno.

Di Rieti, centro geografico d’Italia e città natale di Marco Terenzio Varrone e degli imperatori romani Flavio Vespasiano, Tito e Domiziano, si conoscono le mura vetuste, la fertilità dei suoi campi, la varietà dei suoi paesaggi con laghi e colline ridenti, la incomparabile bellezza del Terminillo, la serafica quiete dei suoi quattro Santuari Francescani. Poco si conosce, invece, della serena operosità della sua gente, dell’armonica freschezza dei suoi canti, tessuti ora sull’allegro ritmo del «saltarello» ora sulla nostalgica cadenza di una melodia alla quale il tempo ha impresso una patina di delicata poesia. Soprattutto poco si conosce del suo poeta, Pier Luigi Mariani, soave cantore della Sabina, che alla sua terra ed alla sua gente ha dedicato liriche e canzoni piene di sentimento e di squisita bellezza.

Parlare di Rieti è anche parlare del Mariani, perché l’attività, l’estro, la fantasia del poeta furono saldamente legati alla città, della quale seppe cogliere e raccontare le piccole cose, le passioni, la vita di ogni giorno, ricavandone stupendi «quadretti» nei quali, oltre all’arguzia ed alla satira bonaria, si avverte anche il sentimento e talvolta addirittura il commosso tremolare di una lacrima.

Questo disco vuole essere, quindi, anche un omaggio alla memoria del poeta, al quale la città natale ha dedicato una lapide, posta nell’atrio del teatro Flavio Vespasiano.

Pier Luigi Mariani nacque a Rieti nel 1908 e ivi morì nel 1952, proprio quando, raggiunta la piena maturità poetica, vedeva consolidarsi la sua posizione nell’eletto mondo della poesia.

Varia e multiforme fu la sua attività, rivolta, oltre che alla poesia, al teatro, sia in lingua che in vernacolo reatino, alla prosa, alla traduzione di lirici greci.

Secondo nel Premio di poesia Cannero Riviera 1947 con la bella e trascinante «Ode al vento dell’Appennino», Lauro S. Pellegrino 1948 con le liriche «Arie per la mia voce», Premio S. Pellegrino 1949 con le due raccolte di liriche «Versi per uno zoo» e «Praterie verdeazzurre», egli si dedicò anche alla canzone scrivendo testi – musicati nella quasi totalità dall’inseparabile Giovanni Marconicchio – nei quali si riscontra sempre una nota di buon gusto, di sentimento, di poesia. Egli, oltre che essere stato l’iniziatore del teatro in vernacolo reatino, diede vita alla canzone dialettale, il cui atto di nascita si può fissare nel 1929, in cui fu scritta e lanciata, sempre in collaborazione con il Marconicchio, la canzone «La festa migliore» dedicata alla festa dell’uva che si celebrò a Rieti in quell’anno.

Dal nutrito canzoniere scritto dal poeta è nata questa selezione, comprendente le canzoni di maggiore successo, alcune delle quali, come «Rosolaccio», «Serenata alla bella», «La fontanella dde li guai» e le «Campane dde Santa Maria» (quest’ultima particolarmente cara al cuore dei reatini), sono tratte da lavori teatrali in lingua e in dialetto, del Mariani stesso.

Nell’offrirle all’ascolto del pubblico, pensiamo di fare cosa gradita non soltanto alla gente di Rieti e della Sabina, ma anche a tutti coloro che sanno ancora apprezzare le cose semplici e spontanee, il profumo di un’epoca passata ma non lontana dalla nostra realtà.

Un pensiero su “Omaggio a Rieti e al suo Poeta

  1. Paolo

    Queste canzoni reatine mi sono piaciute da subito, cioè appena le ho ascoltate circa trent’anni fa. Alcune di esse me le fece conoscere mia zia Annarita Marconicchio (figlia di Giovanni). Da lei mi feci regalare una cassetta che ho sempre custudito gelosamente. Mi sono trascritto i testi di quasi tutte le canzoni così da poterle canticchiare.
    Sono passati molti anni da quei momenti ed oggi navigando su internet sono andato alla ricerca di queste canzoni apprezzando tantissimo la voce inconfondibile di Romualdo Pitotti.
    Sono veramente contento.

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