Sognando la California (in questo giorno d’inverno)

Tutte le foglie sono appassite e il cielo è grigio
Sono andato a camminare in un giorno d’inverno
Sarei al sicuro e al caldo se fossi a Los Angeles
Sognando la California in questo giorno d’inverno

Mi fermai davanti a una chiesa che incontrai lungo la strada
Beh, mi inginocchiai e finsi di pregare
Sapete, al predicatore piaceva il freddo
Sa che io sto
Sognando la California in questo giorno d’inverno

Tutte le foglie sono appassite e il cielo è grigio
Sono andato a camminare in un giorno d’inverno
Se non glielo avessi detto potrei partire oggi
Sognando la California in questo giorno d’inverno
Sognando la California in questo giorno d’inverno
Sognando la California in questo giorno d’inverno

Non si sa perché… ma è certo che abitare nel raggio di 50 km dalle centrali nucleari è un rischio mortale per i bimbi

Vista la smania di fare affari impiantando nuove centrali nucleari, è bene fare attenzione a questa serissima ricerca svolta dagli scienziati dell’Università di Magonza in Germania. Sono certo che la notizia in questione verrà, dolosamente, ignorata dai media italiani…

GERMANIA: PIU’ LEUCEMIE IN BAMBINI VICINI A CENTRALI NUCLEARI

(AGI) – Berlino, 8 dic. – I bambini fino a cinque anni che crescono nelle vicinanze di una centrale nucleare vengono colpiti con maggiore frequenza degli altri dalla leucemia. Lo sconvolgente fenomeno, emerso da una ricerca compiuta dall’università di Magonza per conto dell’Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni, è rivelato oggi dalla “Sueddeutsche Zeitung”, secondo cui gli scienziati non sono tuttavia riusciti a spiegare il nesso causale tra la prossimita’ delle case ad uno dei 16 impianti nucleari attualmente in esercizio e l’insorgenza del cancro nei bambini. “Il nostro studio”, scrivono gli scienziati, “ha confermato che esiste un legame tra la vicinanza di un’abitazione ad una centrale nucleare e l’insorgenza del cancro, in particolare della leucemia, in bambini di età inferiore a cinque anni”. Gli studiosi hanno esaminato i casi di tutti i bambini tedeschi sotto i cinque anni che abitavano nelle vicinanze di una centrale nucleare e che si sono ammalati di cancro tra il 1980 ed il 2003, mettendo inoltre a confronto lo stato di salute di 1592 bambini colpiti da tumore e quello di altri 4735 coetanei sani abitanti nella stessa zona. Dall’analisi si è scoperto che minore era la distanza tra l’abitazione e una centrale nucleare e maggiore era il rischio per i bambini di ammalarsi di cancro. In un raggio di 5 km dall’impianto si sono ammalati di leucemia 37 bambini, mentre sul piano statistico i casi previsti avrebbero dovuto essere solo 17. Secondo uno degli autori dello studio, il rischio accresciuto per un bambino di venire colpito dal cancro è reale anche in un raggio di 50 km dal reattore nucleare. Secondo i medici, la misurazione dell’intensità delle radiazioni nelle immediate vicinanze di una centrale nucleare non è tuttavia tale da giustificare un più frequente insorgere della malattia rispetto alla media statistica. (AGI)
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Fonte: Statistiche-Oggi

Vedere

Due amici si recarono un giorno su un alto promontorio, a picco sul mare. Uno di loro, che non l’aveva mai visto prima, rimase sconvolto. «Com’è bello! Com’è immenso!» disse in un soffio. «E tu non vedi che la superficie!» commentò l’amico.

(Taisen Deshimaru, Lo zen e le arti marziali, SE)

L’unione dei contrari

Quando il tessitore alza un piede, l’altro si abbassa. Quando il movimento cessa e uno dei piedi si ferma, il tessuto non si fa più. Le sue mani lanciano la spola che passa dall’una all’altra; ma nessuna mano può sperare di tenerla. Come i gesti del tessitore, è l’unione dei contrari a tessere la nostra vita.

(Tradizione orale Peul, Africa)

Le operazioni di guerra

Guerra protratta a lungo: le tue forze scemeranno e la tua spada perderà il filo, anche se la vittoria ti arride. Assedio protratto a lungo: il tuo vigore verrà prosciugato. Campagna protratta a lungo: le risorse si esauriranno.

(Sun Tzu, L’arte della guerra, Ubaldini editore)

Gesù Cristu

Te so ‘ncontratu quanno ero monellu
e tu eri poerittu come mi.
Ne lu presepiu senza un pannarellu
e quanta pena ‘n croce me facì!

Mamma era tutta mani e stennerellu
pe fa quadrà le spese e li ndindì,
papà schiattàa come un somarellu
co u saccu de monnezza da riempì.

Quanno te cerco, mone, non te tròo
ne le parole de lu papa ‘n tronu
e mancu nell’Acchjésia pina d’oru.

Te tròo e me resento un po più bonu,
libero da que cosa che me roo,
ne lu pensieru anticu de illu accoru.

(Giovanni Olivieri, Lu scaffale, Secit editrice)