Scrivo un romanzo di un certo successo. A una presentazione vengo preceduto dall’intervento di due persone: la prima non la ricordo, la seconda è Marco Cappato. Elogia il gioco del ritmo narrativo, che incede come una continua costante accelerazione, fino ad arrivare al culmine per poi continuare oscillando lentamente. Poi chiude sottolineando la vena poetica “sentite cosa scrive” apre il libro verso le ultime venti pagine del libro e legge alla platea: “Te? La verità delle more.” E chiude così il suo intervento. Applausi a scena aperta. Mi alzo e indico i due presentatori che mi hanno preceduto, applaudendo a mia volta. Sono felice. Sto per iniziare la presentazione del libro. Mi sveglio.